samedi 26 juin 2010

lundi 21 juin 2010

Hommes et Femmes


« Ferdinand : Un poète qui s’appelle revolver... / Marianne : Robert Browning / Ferdinand : Pour échapper / Marianne : Jamais / Ferdinand : Bien aimé / Marianne : Tant que je serais moi / Ferdinand : Et que tu seras toi / Marianne : Aussi longtemps que nous vivrons tous les deux / Ferdinand : Moi qui t’aime / Marianne : Et toi qui me repousses / Ferdinand : Tant que l’un voudra fuir / Marianne : Cela ressemble trop à la fatalité ».

Robert Browning, « Une vie dans un amour »




jeudi 3 juin 2010

[SPINOZA : La liberté de nos désirs n'est qu'une illusion]

Je laisse souvent la réflexion s'abîmer, compliquer les rapports pour espérer flotter au bon moment. Spinoza me penserait-il un peu libre ?

mardi 18 mai 2010

"Le rêve de l'Etat, c'est d'être seul, le rêve des individus, c'est d'être deux".

jeudi 6 mai 2010

Paris – Jacob Kassay at art:concept


Jacob Kassay’s first exhibition in Europe, at art:concept, in Paris, will present a series of abstract paintings with silver metallic surfaces. The works of this young American artist create a space-continuum in which blurred and opaque reflections convey illusions of depth. Beyond the impact created by the light that alters any painting’s surface, we find that the importance granted to the space between the spectator and the inherent flatness of the canvas turns into a rebounding reference to the immaterial, conceptual side of painting. His field of action is the monochromatic neutrality imparted by the absence of figures and interaction between colours; in the quest to achieve an emotional effect, he creates unpainted paintings that are animated by the reverberation of the space we view them in.

(source: Mousse magazine)


vendredi 30 avril 2010

Lenny and the kids (titolo originale: Go get some rosemary), storia di un anti-eroe contemporaneo


















































Film stupefacente, amaro e rivelatore dei fratelli Safdie, presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, Lenny and the kids, produzione low budget della Red Bucket Films, merita di essere designato quale capolavoro nel suo genere. Attaverso un concatenarsi di audaci prese, sempre con camera "a spalla", il film racconta una parentesi di due settimane nella vita tragica e toccante di un padre divorziato che incontra i figli una volta all'anno e che vive un profondo conflitto interiore tra la responsabilità parentale e l'inconsapevolezza, l'incoscenza, l'immaturità di un trentenne che non riesce a prendere la propria vita in mano.
Padre all'antitesi dell'ordinario, proiezionista anticonformista, incapace di gestire i propri impegni, Lenny accoglie per quindici giorni i suoi due figli di sette e nove anni nel suo piccolo appartamento newyorkese.
Paragonabile ai primi Allen o Cassavetes per il rifiuto delle regole stabilite di campo e controcampo, Lenny and the kids è un capolavoro di poesia e reinventa tra malinconia e buonumore l'infanzia dei due registi.
Josh e Benny Safdie non cercano la perfezione, la luce cruda rivela volti e corpi imperfetti, l'arredamento dell'appartamento di Lenny è stato creato sulla base di ricordi d'infanzia, la narrazione è tutt'altro che lineare perchè filmare il reale è l'equivalente di filmare vite scucite e preferire un'insieme composto da istanti sfuggenti.
Questo film è un'ode all'imprevedibile, alla leggerezza e ad una realtà che si inventa e reinventa ad ogni istante.