vendredi 29 mai 2009


La place Tien An Men c'était il ya vent ans.

mercredi 27 mai 2009


qust'anno scolastico sta terminando e un nuovo lavoro sta per cominciare. in questo sturm und drang di grandi cambiamenti personali, tiro le fila della stagione passata e guardo davanti a me. chissà cosa penseranno di me i miei studenti, di una giovane prof che viene da un paese tanto limitrofo quanto esotico, popolato da personaggi "benneschi" quali donne perennemente in nuisette e uomini da bar sport.
stereotipi che hanno tralaltro trovato conferma sulle pagine autorevoli del primo quotidiano nazionale transalpino una decina di giorni fa in un articolo sul premier italiano. quindi c'è poco di cui stupirsi...
il mio nuovo lavoro sarà nel settore dell'arte contemporanea. non sono neofita del settore ma questa volta l'approccio sarà connesso agli aspetti economici e materiali. fondamentali certo, quali la ricerca di fondi. togli al ricco per dare al povero, affinchè le giovani pubblicazioni di settore ricevano finanziamenti dai templi della cultura.
come robin hood.
un'altra ardua missione per la nostra super eroina.

lundi 25 mai 2009


Gay Liberation Front and gay students and supporters demonstrate & occupy N.Y.U.’s Weinstein Hall, for the rights of gay people on campus. Photo by Diana Davies, 1970.

mardi 5 mai 2009

Pippi, la ribellione vista dai bambini


“Pippi, Pippi, Pippi, che nome fa un po' ridere ...ma voi riderete per quello che farò.”
E chi la dimentica quella canzoncina intonata da una ragazzina ribelle che – calze multicolori, trecce rosse e viso lentigginoso - attraversava con fierezza una sonnolenta provincia svedese con l'unico scopo di mandarne all'aria ogni forma di conformismo? Ma tant'è, Pippi Calzelunghe questo faceva e lo faceva con le armi della leggerezza, dell'ironia e persino della magia. Irresistibile quando cavalcava il suo cavallo bianco a pois neri, la scimmia sulla spalla (erano pur sempre gli anni '70 e Pippi un po' svagata sembrava), con quel topo sempre appresso che “tutto il suo formaggio vuole mangiar”. Hippie ante-litteram (il testo è del 1945), Pippi Calzelunghe ha abitato a lungo l'immaginario di chi tra il 1969 e il 1973 - gli anni in cui è andato in onda il telefilm omonimo – era ancora troppo giovane per “fare” la rivoluzione ma già pronto a sentirne l'irresistibile richiamo. Un richiamo che a quell'età poteva anche passare attraverso l'idea di una grande casa (il mondo) in cui vivere circondati solo da amici (Annika e Tommy) e da animali, senza genitori tra i piedi (leggi autorità di qualsiasi tipo) o al massimo con un padre che di tanto in tanto passa a trovarti e che viene accettato solo perché ha l'encomiabile dono di fare per mestiere il pirata.
Nella vita di Pippi Calzelunghe nulla - agli adulti - poteva apparire normale. Questo era il bello, questa per “noi” era la trasgressione. E non si trattava solo di vivere con un cavallo, una scimmia e un topo. Né di saltare su di un tavolo o deridere la scuola e i suoi strani abitanti. Roba da principianti.
Era “quel voi riderete per quello che farò” la vera ribellione di Pippi (e anche la nostra). Una ribellione cui la rossa streghetta non esitava ad aggiungere un pizzico di realistico sogno: “a volte sono un po' magica – cantava Pippi – e quello che tu vuoi/ dillo a me/ che forse te lo darò”. Che un altro mondo fosse possibile, Pippi Calzelunghe (nonché la sua creatrice, la scrittrice Astrid Lindgren) lo sperava già negli anni Settanta.
Oggi Inger Nilsson, l'attrice svedese che ha interpretato Pippi sugli schermi, compie cinquant'anni. Vogliamo farle gli auguri e ringraziarla per aver cavalcato insieme a noi una piccola rivoluzione. In sella, però, a un grande cavallo bianco. Che si chiamava “zietto” e non “papi”.
Iaia Vantaggiato