dimanche 12 juillet 2009
"Ce qu’il y a d’envoûtant dans la moindre œuvre de Buñuel (et dans ce El qui n’est pas une des moindres) vient de cet engouement total et partiellement involontaire de notre auteur dans tout ce qu’il crée. Les maladresses de El, ce côté un peu démodé qui tient moins sans doute à Buñuel lui-même qu’à l’état présent non seulement de la société mais du cinéma mexicains, sont de négligeables défauts si on les compare aux beautés de l’œuvre".
Claude Mauriac, 12/06/1954
La gelosia ossessiona a tal punto Francisco Galván de Montemayor da rovinare la vita a lui e naturalmente alla moglie Gloria che minaccia e opprime in tutti i modi (immagina di torturarla con forbici, corda e rasoio, le spara a salve, la vuole buttar giù da un campanile). Convinto che tutti ridano alle sue spalle, impazzisce e si ritira in un convento dove spera di ritrovare la serenità. Tratto da Pensamientos di Mercedes Pinto, è un geniale ritratto delle ossessioni a cui può portare l’idea borghese del " possesso " e un’educazione preoccupata solo del machismo sociale e sessuale : perfettamente in equilibrio tra la commedia e la tragedia, il film non dà giudizi moralistici sul protagonista ma racconta, con una coerenza pari solo all’ironia, le conseguenze che certi valori culturali e religiosi hanno sul comportamento umano (e la scena finale, con Francisco che nella presunta tranquillità del convento continua a camminare a zig-zag come durante i suoi eccessi di gelosia, riapre con uno sberleffo tutta la storia). Per esplicita dichiarazione di Buñuel è il film in cui ha messo più di se stesso.
« El/Tourments est un de mes films préférés. A vrai dire il n’a rien de mexicain. L’action pourrait se dérouler n’importe où, puisqu’il s’agit d’un portrait de paranoïaque. » (Luis Buñuel)
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