vendredi 30 avril 2010

Lenny and the kids (titolo originale: Go get some rosemary), storia di un anti-eroe contemporaneo


















































Film stupefacente, amaro e rivelatore dei fratelli Safdie, presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, Lenny and the kids, produzione low budget della Red Bucket Films, merita di essere designato quale capolavoro nel suo genere. Attaverso un concatenarsi di audaci prese, sempre con camera "a spalla", il film racconta una parentesi di due settimane nella vita tragica e toccante di un padre divorziato che incontra i figli una volta all'anno e che vive un profondo conflitto interiore tra la responsabilità parentale e l'inconsapevolezza, l'incoscenza, l'immaturità di un trentenne che non riesce a prendere la propria vita in mano.
Padre all'antitesi dell'ordinario, proiezionista anticonformista, incapace di gestire i propri impegni, Lenny accoglie per quindici giorni i suoi due figli di sette e nove anni nel suo piccolo appartamento newyorkese.
Paragonabile ai primi Allen o Cassavetes per il rifiuto delle regole stabilite di campo e controcampo, Lenny and the kids è un capolavoro di poesia e reinventa tra malinconia e buonumore l'infanzia dei due registi.
Josh e Benny Safdie non cercano la perfezione, la luce cruda rivela volti e corpi imperfetti, l'arredamento dell'appartamento di Lenny è stato creato sulla base di ricordi d'infanzia, la narrazione è tutt'altro che lineare perchè filmare il reale è l'equivalente di filmare vite scucite e preferire un'insieme composto da istanti sfuggenti.
Questo film è un'ode all'imprevedibile, alla leggerezza e ad una realtà che si inventa e reinventa ad ogni istante.



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