mardi 5 mai 2009
Pippi, la ribellione vista dai bambini
“Pippi, Pippi, Pippi, che nome fa un po' ridere ...ma voi riderete per quello che farò.”
E chi la dimentica quella canzoncina intonata da una ragazzina ribelle che – calze multicolori, trecce rosse e viso lentigginoso - attraversava con fierezza una sonnolenta provincia svedese con l'unico scopo di mandarne all'aria ogni forma di conformismo? Ma tant'è, Pippi Calzelunghe questo faceva e lo faceva con le armi della leggerezza, dell'ironia e persino della magia. Irresistibile quando cavalcava il suo cavallo bianco a pois neri, la scimmia sulla spalla (erano pur sempre gli anni '70 e Pippi un po' svagata sembrava), con quel topo sempre appresso che “tutto il suo formaggio vuole mangiar”. Hippie ante-litteram (il testo è del 1945), Pippi Calzelunghe ha abitato a lungo l'immaginario di chi tra il 1969 e il 1973 - gli anni in cui è andato in onda il telefilm omonimo – era ancora troppo giovane per “fare” la rivoluzione ma già pronto a sentirne l'irresistibile richiamo. Un richiamo che a quell'età poteva anche passare attraverso l'idea di una grande casa (il mondo) in cui vivere circondati solo da amici (Annika e Tommy) e da animali, senza genitori tra i piedi (leggi autorità di qualsiasi tipo) o al massimo con un padre che di tanto in tanto passa a trovarti e che viene accettato solo perché ha l'encomiabile dono di fare per mestiere il pirata.
Nella vita di Pippi Calzelunghe nulla - agli adulti - poteva apparire normale. Questo era il bello, questa per “noi” era la trasgressione. E non si trattava solo di vivere con un cavallo, una scimmia e un topo. Né di saltare su di un tavolo o deridere la scuola e i suoi strani abitanti. Roba da principianti.
Era “quel voi riderete per quello che farò” la vera ribellione di Pippi (e anche la nostra). Una ribellione cui la rossa streghetta non esitava ad aggiungere un pizzico di realistico sogno: “a volte sono un po' magica – cantava Pippi – e quello che tu vuoi/ dillo a me/ che forse te lo darò”. Che un altro mondo fosse possibile, Pippi Calzelunghe (nonché la sua creatrice, la scrittrice Astrid Lindgren) lo sperava già negli anni Settanta.
Oggi Inger Nilsson, l'attrice svedese che ha interpretato Pippi sugli schermi, compie cinquant'anni. Vogliamo farle gli auguri e ringraziarla per aver cavalcato insieme a noi una piccola rivoluzione. In sella, però, a un grande cavallo bianco. Che si chiamava “zietto” e non “papi”.
Iaia Vantaggiato
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