jeudi 29 septembre 2011
mercredi 28 septembre 2011
dimanche 25 septembre 2011
Brakeless fixie or Wich is more dangerous, a brakeless fixie or a Brit on a rental bike?
samedi 24 septembre 2011
Mario Cresci Forse fotografia. Attraverso l’umano
Interno domestico - lavatoio - santini appesi a parete - figura umana in movimento - Autoritratto
Fino al 06 novembre 2011
Palazzo Lanfranchi
Piazza G. Pascoli,1
Matera, Italia
Mario Cresci è uno dei più rilevanti interpreti della ricerca fotografica in Italia degli ultimi quattro decenni del XX secolo e, contemporaneamente, una figura di punta dei nostri giorni. Nel suo lavoro più recente, infatti, Cresci porta un rigore e una curiosità sperimentale che si uniscono a una leggerezza ludica e dissacratoria, tipici dell’avanguardia italiana di fine anni Sessanta e Settanta, cui egli appartiene per generazione e poetica. Nel panorama italiano attuale questi aspetti del suo linguaggio artistico assumono una pungente originalità. L’esposizione rappresenta il terzo episodio di un progetto - ideato da Luigi Ficacci e condiviso dalla Soprintendenza BSAE della Basilicata - che ha già visto la realizzazione, nell’arco degli ultimi otto mesi, di due precedenti appuntamenti: uno a Bologna presso la Pinacoteca Nazionale e uno a Roma all’Istituto Nazionale per la Grafica. Ogni mostra ha presentato un nucleo di lavori inediti, realizzati specificatamente dall’artista in rapporto a ciascuna sede espositiva e una parte retrospettiva comune alle tre edizioni. A Matera la mostra, che presenta oltre cento fotografie, è a cura di Marta Ragozzino, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata. La peculiarità della tappa conclusiva di questo progetto, che non a caso si tiene nella straordinaria città dei Sassi, patrimonio mondiale dell’umanità dal 1993, dove Mario Cresci ha vissuto e lavorato per più di vent’anni, è che il nucleo retrospettivo comune alle due precedenti esposizioni è stato in questa occasione ampliato per documentare nel modo migliore la ricerca e la produzione di quell’importante periodo, così determinante nell’ambito dell’intero percorso dell’artista. Con questa mostra Matera offre il meritato riconoscimento ad uno dei suoi più importanti protagonisti. L’intera operazione ha ricostruito l’eccezionale rilevanza complessiva dell’opera di Cresci. In questa ultima tappa si mette a fuoco principalmente il lavoro incentrato sulla figura dell’uomo (da qui il titolo della mostra “Attraverso l’umano”) cominciato alla fine degli anni Sessanta nell’ambito di campagne di ricerca socio culturale nel meridione e soprattutto in Basilicata e sempre connotato da una forte componente grafica che deriva dalla formazione dell’artista (dalle tracce dell’aratro sulla terra, ai segni della sega nelle cave di tufo, al tutto pieno dei Sassi allora abbandonati). Proprio nella città dei Sassi Cresci ha condotto, nel corso dei successivi decenni e attraverso il suo particolare sguardo di attento conoscitore della realtà sociale e antropologica, un’approfondita ricerca fotografica sull’’umano’ e sul peculiare ambiente culturale della regione, usando l’obiettivo come mezzo per documentare le molteplici trasformazioni della società e, quindi, del paesaggio lucano. Un viaggio “dentro” il Sud, un viaggio intimo, quasi immobile all’interno di luoghi di fortissime persistenze e lentissime trasformazioni, fatto di innumerevoli particolari significanti da scoprire. Un viaggio che affonda dentro alle immagini, anche per cercarne le ‘corrispondenze’ (sia estetiche che sentimentali) e rivelare, da questa intimità svelata, quanto l’immagine emotivamente può invece nascondere.
mercredi 14 septembre 2011
THE PROJECTING STAGE 4 films by Kirschner & Panos
On Friday, September 16, 6-9 PM,
A pirates’ tale about urban gentrification (Polly II, 2006). A western movie exploring the logistics of real estate and race (Trail of the Spider, 2008). A period drama dealing with financial bubbles, criminality and the conditions of creation (The Last Days of Jack Sheppard, 2009). And a biopic analyzing the relationships between theory, practice, performance and love in crisis-ridden times (The Empty Plan, 2010)
. In this series of films, London-basedartists Anja Kirschner & David Panos have built their own language – dealing with the representation of socio-economic issues that often seem at odds with the presupposed ‘goals’ of art.
How is it possible to explain the logics and genealogy of semiocapitalism through the ages? What is at stake in acting out / embodying political art? Kirschner & Panos use codified forms of representation such as genre movies and historical plots to give way to a sensitive and striking rendition of theoretical questions. They borrow from literary, artistic and popular culture; Sergio Corbucci’s spaghetti westerns, Hogarth and his engravings of modern mores, the history of pirates Mary Read and Anne Bonny, or Bertolt Brecht’s collaborative relationships with Helene Weigel and Ruth Berlau. The overlap between realism and staged performance in
their films brings out a critique of the language of reality, experience and its representation.
Looking back at the deeds of historical figures, recalling how they behaved, how they fought and sometimes lost heart, Kirschner & Panos point out at a shadow history of the ‘artist’ and her/his role in picturing society.
Polly II (2006) est une histoire de pirates et de gentrification ; Trail of the Spider (2008), un western sur fond de spéculation immobilière et de tensions raciales. The Last Days of Jack Sheppard (2009), un film en costumes, décrivant un XVIIIe siècle où la banqueroute morale recoupe les tourments boursiers ; et The Empty Plan (2010), un biopic exploitant le potentiel dramatique des contradictions entre théorie et pratique en temps de guerre. Dans cette série de quatre films, les artistes londoniens Anja Kirschner & David Panos ont mis en place leur propre langage, déjouant les canons du « cinéma d’exposition » pour représenter des phénomènes sociaux, économiques, politiques contemporains.
Comment est-il possible d’expliquer la logique et la généalogie du capitalisme cognitif ? Où se situent les enjeux d’un art politique ? Par le recours à des formes de représentation établies – film de genre, récits historiques – Kirschner & Panos s’attachent à donner une force éloquente à des questionnements abstraits, à éclairer le présent par l’analyse du passé. Leurs films empruntent au style des westerns spaghetti de Sergio Corbucci ou des gravures de William Hogarth, et s’inspirent de figures de femmes hors-la-loi – Mary Read et Anne Bonny, Edgeworth Bess – autant que de la vie et de l’œuvre de Bertolt Brecht, dont les relations avec Helene Weigel et Ruth Berlau sont au cœur de The Empty Plan. Le réalisme des récits et la théâtralité des situations donnent lieu à une critique de la représentation et des modalités de l’expérience : Kirschner & Panos convoquent la mémoire d’hommes et de femmes illustres, de leurs actes, de leurs gestes, de ce contre quoi ils ont dû se battre et ce qui a pu leur faire perdre espoir, pour dresser une histoire sociale de l’art et surtout de l’artiste en chroniqueur de son temps.
This exhibition has been made possible thanks to the support of the British Council.
www.castillocorrales.fr
jeudi 8 septembre 2011
"He was a liberator"
George Kuchar, Made Underground Films, Dies at 69
I, An Actress (1977), George Kuchar
It Came From Kuchar
In a mesmerizing stream-of-consciousness style, IT CAME FROM KUCHAR effortlessly interweaves nostalgic footage of 1950's New York, a "greatest hits" collection of Kuchar clips and present day interviews of an all-star lineup of fans including John Waters, Buck Henry, Atom Egoyan, Wayne Wang, Bill Griffith, Gerard Malanga, B. Ruby Rich and Guy Maddin. Both outrageous and lovable, George and Mike will inspire you to pick up a camera and start making movies. IT CAME FROM KUCHAR is a must see for lovers of film everywhere.